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giovedì 5 gennaio 2012

Liberalizzazione orari dei negozi: in Italia è difficile cambiare


L’approvazione del decreto salva Italia, tra le più importanti novità a costo zero (nessuna spesa per i cittadini), ha portato la liberalizzazione  dell’orario di apertura dei negozi

Che si tratti di una ristorante o di un negozio di scarpe cambia poco: i loro titolari possono decidere di tenerli aperti 24 ore su 24.

E’ bastato questo per garantire un tourbillon di polemiche. 


I commercianti e le loro associazioni di categoria sono contrari, i lavoratori ed i sindacati sono contrari e solamente i consumatori esprimono soddisfazione.

Diverse Regioni (Piemonte, Toscana e Puglia su tutte) hanno annunciato che adiranno la Corte Costituzionale: a dire dei loro governatori l'art. 31 della legge Salva Italia è incostituzionale in quanto si occupa di materie di competenza esclusiva regionale. A dire il vero l'art. 117 Cost. specifica che la legislazione sulla concorrenza è di competenza esclusiva dello Stato. Vedremo che accadrà.


Fortunatamente non tutti la pensano in modo così retrivo.

Nel proprio impegno quotidiano l’Aduc (l'associazione dei consumatori di qui faccio parte) da sempre richiede con insistenza  la totale liberalizzazione delle aperture delle attività commerciali. Sia per quanto riguarda l’orario sia con riferimento ai giorni di chiusura.

Si dice, questa è una delle obiezioni più comuni, che l’apertura domenicale toglie spazio alla famiglie. 

A parte il fatto che chi è figlio di un cameriere, albergatore ed in genere di chi lavora nell’industria del turismo non ha comunque quel beneficio (questa però non dev’essere una scusa per aprire il mercato quasi in senso punitivo), vale la pena domandarsi una cosa: ma siamo sicuri che non ci siano lavoratori che la domenica hanno piacere/bisogno di lavorare? 

Chi ci dice che il lavoratore/imprenditore musulmano, ebreo o ateo non preferisca per cultura o per scelta un altro giorno per riposare, sempre che lo voglia. 

La nuova legge, è bene ricordarlo, non impone l’apertura ma elimina l’obbligo di chiusura: è cosa ben diversa, o no?

Ai link che indico qui seguito trovate la posizione dell’Aduc rispetto a tre casi molto simili: in Toscana, Lazio e Puglia, la politica a preferito arroccarsi su posizioni conservatrici e corporativisitche piuttosto che lasciar spazio al progresso ed al cambiamento.

Orari negozi in Toscana

Orari negozi in Lazio

Orari negozi in Puglia

3 commenti:

  1. Le classiche parole di chi non è toccato dall'argomento. Tra l'altro articolo di una superficialità sconcertante e con errori grammaticali da rabbrividire.

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  2. Mi spiace per gli errori grammaticali, alle volte leggere e rileggere servirebbe e non poco. Non li elimino perché sarebbe infantile a questo punto togliere pregio all'attenzione di chi li ha notati.

    Quanto al resto, questo spazio è a disposizione per individuare e confutare le superficialità del pensiero espresso. Sempre che se ne abbiano tempo e capacità.

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  3. Ritengo che l' associazione dei consumatori (di cui tu fai parte) sia solo un ammasso di creti.

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