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venerdì 25 novembre 2011

Il computer ignorante dell’onorevole Biancofiore


E' storia di questi giorni quella delle critiche di Gian Antonio Stella “all’italiano allegro” dell’On.le Michaela Biancofiore. 

Lei s’è sentita così turbata da quell’invettiva gratuitamente diffamatoria che, parole sue, ”è stata costretta a riservarsi di adire le vie legali”. Già qui c’è qualcosa di strano. Solitamente se c’è un reato non ci si riserva di adire le vie legali, le si adiscono punto e basta. Solo quando non si è sicuri si esprime quella riserva. 

Non è questo il punto, così come il fatto più grave non è lo strascico giudiziario della vicenda, pur se la riserva di costrizione in cui Stella ha messo la parlamentare altoatesina è deprecabile.


La circostanza più raccapricciante è che è il pc dell’onorevole ad essere ignorante. Non vorremmo che anche lui, lette queste parole, si sentisse costretto a riservarsi di adire le vie legali ma è stata la sua proprietaria a smascherarlo. In un brano della sua lettera aperta si legge:

Ho scritto un po’ con l’accento sulla o, è vero, non come lo vedete ora, perché chiunque usi un computer sa che si trovano le lettere già accentate e che per mettere l’accento di lato devi fare tre mosse con la mano molto poco pratiche quando si scrive in velocità”.

Una sublime spiegazione di tecnica dattilografica. 

C’è qualcosa che non torna. 

Se scrivete in un qualsiasi documento word, il correttore automatico lo corregge immediatamente con po’.

Potreste pensare che l’On.le Michaela avvedutasi della sbadataggine di averlo scritto con l’apostrofo, piuttosto che con l’accento, sia tornata indietro e abbia corretto facendo ricorso nella sua lettera ad una piccola bugia per coprire la defaiance grammaticale. Ma non è così: è lei stessa a dirci che usa la “ò” per velocità. 

Insomma lei sa come si scrive e va veloce per non perdere tempo ma il suo computer non la corregge. 

E’ il pc il vero ignorante!

Toglietelo di mano prima che la costringa a giustificarsi sul modo di scrivere “qual’è”. 

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