E' storia di questi giorni quella delle critiche di Gian Antonio Stella
“all’italiano allegro” dell’On.le Michaela Biancofiore.
Lei s’è sentita così
turbata da quell’invettiva gratuitamente diffamatoria che, parole sue, ”è stata costretta a riservarsi di adire le vie
legali”. Già qui c’è qualcosa di strano. Solitamente se c’è un reato non ci
si riserva di adire le vie legali, le si adiscono punto e basta. Solo quando
non si è sicuri si esprime quella riserva.
Non è questo il punto, così come il
fatto più grave non è lo strascico giudiziario della vicenda, pur se la riserva
di costrizione in cui Stella ha messo la parlamentare altoatesina è
deprecabile.
La circostanza più raccapricciante è che è il pc dell’onorevole
ad essere ignorante. Non vorremmo che anche lui, lette queste parole, si
sentisse costretto a riservarsi di adire le vie legali ma è stata la sua
proprietaria a smascherarlo. In un brano della sua lettera aperta si legge:
“Ho scritto un po’ con l’accento sulla o, è vero, non come
lo vedete ora, perché chiunque usi un computer sa che si trovano le lettere già
accentate e che per mettere l’accento di lato devi fare tre mosse con la mano
molto poco pratiche quando si scrive in velocità”.
Una sublime spiegazione di tecnica dattilografica.
C’è
qualcosa che non torna.
Se scrivete pò
in un qualsiasi documento word, il correttore automatico lo corregge
immediatamente con po’.
Potreste
pensare che l’On.le Michaela avvedutasi della sbadataggine di averlo scritto
con l’apostrofo, piuttosto che con l’accento, sia tornata indietro e abbia
corretto facendo ricorso nella sua lettera ad una piccola bugia per coprire la defaiance grammaticale. Ma non è così: è
lei stessa a dirci che usa la “ò” per velocità.
Insomma lei sa come si scrive e
va veloce per non perdere tempo ma il suo computer non la corregge.
E’ il pc il
vero ignorante!
Toglietelo di mano prima che la costringa a giustificarsi sul
modo di scrivere “qual’è”.
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