Durante l’incontro al Quirinale con i rappresentanti
della Federazione delle Chiese evangeliche, il Presidente Napolitano ha
tuonato: “E’ un’assurdità, una follia che dei bambini nati in Italia non
diventino italiani e che così non venga riconosciuto loro un diritto
fondamentale”.
Non è la prima volta che l’inquilino del Colle interviene in
materia di diritto di cittadinanza ed integrazione ma è sicuramente la prima
che lo fa in modo così energico.
Nascita
in Italia e cittadinanza.
Perché tutta questa urgenza? Come funziona oggi?
Ce lo spiega il sito
del Ministero dell’interno facendo riferimento al così detto ius soli, ossia alla nascita sul
"suolo", sul territorio dello Stato che si contrappone, “nel novero dei mezzi di acquisto del diritto
di cittadinanza, allo "ius sanguinis", imperniato invece
sull'elemento della discendenza o della filiazione. Per i paesi che applicano
lo ius soli è cittadino originario chi nasce sul territorio dello Stato,
indipendentemente dalla cittadinanza posseduta dai genitori”.
In Italia
esiste una sorta di ius soli
temperato. La persona nata e vissuta in Italia continuamente fino alla maggiore
età ha diritto di chiedere ed ottenere la cittadinanza.
A parola sembra facile
ma come al solito la burocrazia rende il tutto molto più complicato. Ma non è
questo il punto.
L’intervento del Presidente Napolitano non deve essere letto
in chiava meramente migliorativa dell’attuale assetto legislativo. Esso
rappresenta un’esortazione a intraprendere una strada nuova, una svolta nei
rapporti tra cittadini ed immigrati.
Accelerare il sistema di integrazione
attraverso una rivisitazione del concetto di cittadinanza. D’altra parte perché
chi nasce in Italia non può essere considerato italiano? E’ giusto che sia più
facile acquisire la status di cittadino italiano per un italo americano di
secondo generazione piuttosto che per il neonato figlio di genitori stranieri
che vivono ad anni nel nostro paese? Può ritenersi davvero indispensabile
essere figlio di persone italiane per essere automaticamente tale? Si tratta di
modi d’essere e d’agire che, forse, avevano un senso decenni fa ma che ora
risultano superati.
Lo spirito nazionale nella sua espressione deteriore, il
nazionalismo, deve cedere il passo ad una nuova visione della coesione tra le
persone fondata sulla comunanza dei fini. Come si dice spesso in questi casi, gli Stati Uniti in questo senso possono essere davvero un buon esempio.
Bastian
contrari.
Naturalmente la Lega Nord, nella sua nuova veste
di opposizione intransigente, si è schierata contro l’esortazione del Colle dicendosi
pronta a fare le barricate e portare la gente in piazza contro questa legge. La
paura delle orde di immigrati che verrebbero in Italia a delinquere e a votare
sono le ragioni del dissenso.
Resta la contraddizione di chi pur esecrando la
cittadinanza italiana ed arrivando a dire che ne farebbe volentieri a meno,
finisce poi per difenderla come fanno i più strenui conservatori dello status quo.
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