L’Italia si piazza al terzo posto dopo il Brasile e prima della Russia nella speciale classifica sui paesi con la maggiore evasione fiscale.
Un adagio ripetuto continuamente da chi propone ricette miracolose per ridurre drasticamente l’evasione fiscale è quello dei così detti interessi contrapposto.
Più o meno recita così: se una persona ha un vantaggio a chiedere la fattura, perché ad esempio potrà dedurre o detrarre quei costi, state sicuri che la chiederà. E si indicano ad esempio gli Stati Uniti.
Non solo. Pure chi vuol far capire come sia necessaria la severità del sistema fiscale guarda oltreoceano.
Chi evade deve andare in galera, come in America. In fondo Al Capone è stato arrestato per evasione fiscale. Questo è l’altro mantra del tributarista da bar.
Le statistiche smentiscono queste convinzioni. Stando agli ultimi dati forniti da Tax justice network, però, chi usa questi esempi forse dovrà ricredersi. Il perché è presto detto: gli States rappresentano il primo paese al mondo per volume di evasione fiscale. Si stima che in quel paese 337 mld di dollari siano sfuggiti al Fisco. A conti fatti l'8,6% del PIL valutato in ragione di un'aliquota media del 26,9%. Alla faccia della utilità della tracciabilità dei pagamenti e della moneta elettronica come mezzi di contrasto dell’evasione.
L’Italia conferma i propri difetti. Stando ai luoghi comuni se gli Stati Uniti rappresentano una sorpresa, l’Italia, invece, li conferma in pieno. Secondo i dati diffusi dall’osservatorio nel bel paese l’evasione ammonta a 238 mld Usd non versati all'Erario. Subito dopo di noi la Russia che, comunque, mantiene il record di economia sommersa in rapporto al PIL. I 221 miliardi di dollari di evasioni, infatti, rappresentano il 43,8% di sommerso rispetto al prodotto interno lordo.
I dati fanno capire che per combattere l’evasione, probabilmente, non bastano ricette semplicistiche ma un lavoro costante su più fronti senza preconcetti o prese di posizione dogmatiche (fonte Aduc.it).
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