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lunedì 5 dicembre 2011

Il decreto Salva Italia ed il Parlamento


Il momento tanto atteso è arrivato. 

Il consiglio dei ministri ha varato le annunciate e vituperate misure lacrime e sangue. Sostanzialmente un pot-pourri di tasse e imposte. Più della metà del gettito previsto dalla manovra, che vale 30 miliardi, verrà dai tributi. 

Oggi su tutti i giornali impazzano le analisi dell’impatto dei nuovi provvedimenti. Sembra che l’unico scopo dell’esecutivo sia stato quello di far cassa tengo in scarsa considerazione lo sviluppo futuro. Pare che quello preparato da Monti si rivelerà un piatto indigesto per molti. 

Il decreto legge, è bene evidenziarlo, dovrà passare dall’esame del Parlamento per diventare definitivo. Entro 60 giorni dalla sua emanazione. In pratica sta per arrivare il momento della politica.


Nei giorni passati tutte le forze politiche si sono affrettate a dire che la loro fiducia al Governo Monti non è una cambiale in bianco ma che bisognerà valutare che cosa questo propone.

Il Parlamento avrà il potere/dovere di esaminarlo ed approvarlo con tutte le correzioni che riterrà più opportuno apportare. S’è detto che la sovranità nazionale non può essere ipotecata appannaggio degli interessi di altre nazioni o, peggio ancora, di non ben identificate forze pluto-demo-giudico-massoniche. Se senatori e deputati non avranno la forza, la competenza o se non sentiranno la necessità di correggere le decisioni del Governo che ritengono sbagliate o inique, la colpa sarà solamente loro. 

Non si dica che non c’è tempo; ci sono, per legge, 60 giorni. Ad ogni modo anche se si volesse ragionare fuori dai ristretti spazi imposti dalle leggi non può sottacersi che quella della mancanza del tempo, spesso è una scusa buona per chi deve fare qualche cosa ma non ha la minima idea di che cosa fare o non abbia voglia di farlo.

E’ l’assemblea legislativa, quindi, che, nel bene e nel male, decide delle sorti del paese che rappresenta. E’ il concetto fondamentale che sta alla base d’una democrazia Parlamentare. Il resto è fuffa. 

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